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POLISTIROLO, POLISTIRENE O EPS: LA GUIDA DI ISOSYSTEM

Se ti stai approcciando alla costruzione o alla ristrutturazione di un edificio, certamente avrai sentito parlare di EPS (polistirene espanso sinterizzato) o XPS (polistirene estruso), due lavorazioni distinte dello stesso materiale, quale, appunto, il polistirolo o polistirene che dir si voglia. Uno degli impieghi più frequenti riguarda l’ambito edile, nel quale il polimero termoplastico – altamente resistente all’umidità – è utilizzato come isolante termico. Benché si tratti di un materiale di sintesi ricavato da un derivante del petrolio, lo stirene monomero, il polistirene è stato classificato come atossico e non cancerogeno, quindi, non dannoso alla salute. Ma vediamo insieme quali aspetti distinguono i due tipi di polistirolo e come sono realizzati.

POLISTIRENE ESPANSO SINTERIZZATO

All’origine della sua produzione si incontrano solo dei granuli di polistirolo dalle dimensioni di un millimetro circa, i quali, nella prima fase di trattamento, espandono fino a 40 volte il loro volume iniziale. Entrati a contatto con una camera a vapore acqueo dalla temperatura superiore ai 100 gradi, il pentano (idrocarburo gassoso contenuto nei granelli) si dissolve facendo penetrare l’aria. Questo processo crea delle perle trasparenti, chiuse al loro interno, che impediscono il passaggio d’aria, garantendo la proprietà dell’isolante termico. La sinterizzazione è il passaggio conclusivo, che prevede un nuovo intervento del vapore acqueo, finalizzato a compattare i granelli di polistirene espanso in un unico blocco. Ovviamente, maggiore è la quantità dei granelli immessi, più omogeneo sarà il blocco di polistirene eps. Nel settore dell’edilizia è facilmente impiegato in forma di lastre, soprattutto nell’isolamento verticale delle intercapedini e in quello orizzontale di pavimenti, solai o terrazzi. Tuttavia, non sono solo le lastre ad essere adoperate, ma anche gli stessi granuli, validi sia per riempire le intercapedini sia per essere combinati alla malta di cemento allo scopo di produrre intonaci o caldane isolanti.

POLISTIRENE ESTRUSO

Caratterizzato da una consistenza più compatta e da una densità più alta, il polistirene estruso prende il nome dal processo di lavorazione che lo produce. In questo caso, le perle di polistirene non vengono sottoposte alla sinterizzazione, bensì fuse in un estrusore nel quale è presente anche un agente espandente. La più o meno forte pressione del gas iniettato determina la densità del polistirene, così come la sua compattezza. Il materiale che se ne ricava è molto leggero e con un’ottima resistenza alla compressione. Disponibile in commercio sotto forma di coppelle e lastre, queste ultime si dimostrano particolarmente adatte agli ambienti che necessitano una forte azione termoisolante e un’importante idrorepellenza. Infatti, il grado più elevato di densità e compattezza lo rendono particolarmente adatto nell’isolamento e nella profilazione dei battiscopa, spesso sollecitati sul fronte della compressione.

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